“Il punto di avvio per la reintegrazione del pieno significato pratico e teorico del principio critico materialistico di Marx è costituito dal riconoscimento che, introducendo le cosiddette “azioni reciproche”, non si aggiunge in generale un bel nulla all’individuazione, già contenuta in questo principio, del generale nesso di tutti i fenomeni economici, sociali, politici e cosiddetti spirituali nel complesso del processo sociale dell’esistenza. Solamente con una infondata riduzione del senso integrale delle tesi marxiane (il quale risulta dalla loro applicazione in tutta l’opera di Marx e di Engels) all’affermazione fondamentale – isolata e messa in rilievo nella sua formulazione astratta – sull’importanza primaria della produzione materiale, nasce la falsa parvenza che questa tesi richieda ora, per la sua piena validità, una siffatta generalizzazione e “integrazione” a posteriori. Al contrario, Marx ed Engels, ponendo sin dall’inizio il loro principio materialistico, hanno ovviamente preso le mosse dal fatto che “la medesima base economica – medesima per ciò che riguarda le condizioni principali – possa manifestarsi infinite variazioni o gradazioni, dovute a numerose e diverse circostanze empiriche, condizioni naturali, rapporti di razza, influenze storiche che agiscono dall’esterno ecc.: variazioni e gradazioni che possono essere comprese soltanto mediante un’analisi di queste circostanze empiriche date” (1). A questo proposito, accanto agli effetti della base economica sulla sovrastruttura e dell’essere sociale sulla coscienza, che soli sembrano essere presi in considerazione nello schema materialistico, essi hanno esposto, ‘con tutta naturalezza’, anche le forme in cui il rapporto di signoria e asservimento che scaturisce immediatamente dalla produzione stessa “da parte sua reagisce su di essa in modo determinante”. Essi non hanno trattato la cosiddetta “produzione spirituale” come un semplice riflesso della produzione materiale, ma piuttosto hanno esposto, con la specifica concezione della forma storica, di volta in volta data, della produzione materiale, anche “il carattere determinato della produzione spirituale che le corrisponde e la loro azione reciproca” (2). Essi hanno parimenti preso in esame, già anche all’interno della sfera economica stessa, la “reazione” della distribuzione, dei rapporti di scambio e di consumo sulla produzione e soprattutto “l’incidenza delle condizioni storiche generali sulla produzione” (3)” [Karl Korsch, Karl Marx, 1974] [(1) ‘Kapital’, III, 2, p. 325 (Mew 25, p. 800; trad. it. III, 3, pp. 199-200); (2) Marx, ‘Theorien über den Mehrwert, I, pp. 381 sgg. (Mew 26, I, pp. 255 sgg, spec. 256-7; tr. it. pp. 356 sgg); (3) ‘Einleitung, 1857’, p. 743 (Mew 13, p. 629; tr. it. ‘Per la critica, cit., p. 184]