“Il contributo ebraico alla storiografia è connesso al contributo ebraico alla cultura moderna sotto il profilo della secolarizzazione, intesa come organizzarsi della cultura e della società in base a principi razionali distinti da quelli della religiosità confessionale. La conquista della modernità non si identifica solo con la secolarizzazione, e il contributo di intellettuali di estrazione ebraica non é l’unico, e neppure, all’inizio, quello decisivo. E tuttavia ad un certo punto questo contributo è fondamentale, e può essere colto con chiarezza rileggendo la ‘Questione ebraica’. Marx rifiuta la proposta di un’emancipazione astratta dell’ebraismo attraverso lo spiritualismo cristiano. Bauer diceva: “Se vogliono diventar liberi, gli ebrei non devono professare il cristianesimo, ma un cristianesimo dissolto, una religione dissolta in generale, cioè l’illuminismo, la critica e il loro risultato, la libera umanità”. Marx rispondeva: “Si tratta ancor sempre per gli ebrei di una professione di fede, ma non più di professare il cristianesimo, bensì un cristianesimo dissolto… L’ebreo … per emanciparsi ha da sostenere non soltanto il suo proprio lavoro, ma anche il lavoro del cristiano, la ‘Critica dei sinottici’, la ‘Vita di Gesù’, ecc…. Noi cerchiamo di rompere la formulazione teologica della questione. La questione della capacità dell’ebreo ad emanciparsi si trasforma per noi nella questione di quale particolare elemento sociale sia da superare per sopprimere l’ebraismo. Infatti la capacità di emanciparsi dell’ebreo di oggi è il rapporto del giudaismo verso l’emancipazione del mondo di oggi”. Marx avverte il pericolo consistente in una emancipazione mediata attraverso l’assimilazione a un cristianesimo finché si vuole critico, spiritualistico, illuminista o idealista, ma sempre cristianesimo. L’emancipazione si darà solo agendo su un “particolare elemento sociale”, ovvero “trasformando la critica del cielo in critica della terra, la critica della religione in critica del diritto, la critica della teologia in critica della politica”, secondo le famose espressioni della ‘Critica della filosofia del diritto’ di Hegel”  [Pier Cesare Bori, Ebraismo e storiografia. Linee di una possibile trattazione] [(in) Ebraismo e cultura europea del ‘900, a cura di Marco Brunazzi e Anna Maria Fubini, 1990]