“Il vizio fondamentale del pensiero comune risiede nel fatto di desiderare di limitarsi a considerare le impronte senza movimento di una realtà la cui essenza è il moto eterno. Il pensiero dialettico fornisce i concetti, mediante approssimazioni più accurate, correzioni, concretizzazioni, ricchezza di contenuto e flessibilità, e starei anche per dire una sostanza che, in una certa misura, li porta assi vicino ai fenomeni viventi. Non il capitalismo in generale, ma un certo tipo di capitalismo ad un dato stadio di sviluppo. (…). Hegel scrisse le sue opere prima di Darwin e di Marx. Grazie al potente impulso dato al pensiero dalla rivoluzione francese, Hegel precedette il movimento generale della scienza. Ma proprio perché era solo una ‘anticipazione’, sebbene ad opera di un genio, ricevette da Hegel un carattere idealista, in quanto Hegel operava con ombre ideologiche come se fossero realtà in forma compiuta. Marx dimostrò che il movimento di queste ombre ideologiche non rifletteva altro che il movimento dei corpi materiali. Chiamiamo materialista la nostra dialettica in quanto le sue radici non sono nè in cielo nè negli abissi del nostro ‘libero arbitrio’, ma nella realtà oggettiva, nella natura. La coscienza è cresciuta dall’incoscio, la psicologia dalla fisiologia, il mondo organico dall’inorganico, il sistema solare da una nebulosa. Lungo tutti i gradini di questa scala dello sviluppo i mutamenti quantitativi si trasformarono in qualitativi. Il nostro pensiero, compreso il pensiero dialettico, costituisce solo una delle forme di espressione della materia che muta. In questo sistema non c’è posto nè per Dio nè per il Diavolo, nè per l’anima immortale, nè per norme di legge o di morale eterne. La dialettica del pensiero, essendo cresciuta dalla dialettica della natura, possiede di conseguenza un carattere profondamente materialista. Il darwinismo, che spiegava la evoluzione della specie attraverso trasformazioni quantitative che diventavano qualitative, è stato il maggior trionfo della dialettica nel campo dela materia organica. Un altro grande trionfo è stata la scoperta della tavola dei pesi atomici degli elementi chimici e poi la trasformazione di un elemento in un altro. A queste trasformazioni (specie, elementi etc.) viene intimamente legata la questione della classificazione, ugualmente importante nelle scienze naturali come in quelle sociali. Il sistema di Linneo (1) (XVIII secolo), utilizzando come punto di partenza la immutabilità della specie, si dovette limitare alla descrizione e alla classificazione delle piante secondo le loro caratteristiche esterne. Il periodo dell’infanzia della botanica è analogo al periodo dell’infanzia della logica, poiché le forme del nostro pensiero si sviluppano come tutto ciò che vive. Solo il deciso rifiuto dell’idea delle specie fisse, solo lo studio della storia dell’evoluzione delle piante e della loro anatomia prepararono le basi di una classificazione realmente scientifica. Marx, che a differenza di Darwin era un dialettico cosciente, scoprì le basi della classificazione scientifica delle società umane nello sviluppo delle loro forze produttive e nella struttura dei rapporti di proprietà che costituiscono l’anatomia della società. Il marxismo ha sostituito la classificazione dialettica materialistica alla classificazione descrittiva comune della società e degli Stati, che ancor oggi fiorisce nelle università” [Leon Trotsky, Una opposizione piccolo-borghese nel Socialist Workers Party] [(in) Leon Trotsky, a cura di Sirio Di Giuliomaria, In difesa del marxismo, 1969] [(1) Carlo Linneo (1707-1778): naturalista svedese, il primo grande maestro della sistematica]