“Il popolo italiano è il popolo meno politicamente educato, è quello che dimentica più facilmente, e che più facilmente subisce crisi di stanchezza e cade nelle trappole dell’illusionismo e del trasformismo dei pulcinella della borghesia. Il proletariato, organizzato politicamente ed economicamente, ha il compito preciso di reagire energicamente, di lottare per impedire ogni deviamento. Nel suo libretto, ‘I fondamenti del comunismo’, Federico Engels ha lapidariamente affermato il dovere dei socialisti: “Una categoria di riformatori, che arriva fino ad attribuirsi il nome di socialista, consta di seguaci dell’attuale ordinamento sociale, preoccupati, nell’interesse della conservazione sociale, eliminandone le malefiche conseguenze. A questo fine certuni fra loro propongono delle misure puramente filantropiche, altri delle grandiose riforme, che sotto pretesto di riorganizzare la società, mirano a conservare le basi della società attuale e con esse questa stessa società. Questi ‘socialisti borghesi’ devono pur essi esser combattuti dai comunisti, poiché sono nemici del comunismo e difendono la società borghese che i comunisti mirano ad abolire”” [Antonio Gramsci, a cura di Sergio Caprioglio, Scritti, 1915-1921. Nuovi contributi, 1968]