“Nella sua prefazione a ‘La situazione della classe lavoratrice in Inghilterra’ del 1892 (dove per combinazione Engels riporta tutto l’articolo del 1885, che Mandel cita nella traduzione in tedesco) Engels fornisce una chiara descrizione di quest’altro monopolio inglese: “I mercati coloniali svilupparono in misura crescente la loro capacità di assorbimento dei prodotti industriali inglesi. Il telaio meccanico del Lancashire eliminò dal mondo una volta per tutte milioni di tessitori a mano indiani. La Cina venne sempre più aperta. E soprattutto gli Stati Uniti – che erano allora dal punto di vista commerciale un semplice mercato coloniale, anche se di gran lunga il più grande di tutti – svilupparono la loro economia con una velocità sorprendente anche per questo paese dal rapido progresso”. Già prima, in una lettera a Kautsky del 1882, quanto Kautsky era ancora un marxista, e un ottimo marxista davvero, Engels aveva scritto: “Lei mi chiede, cosa pensano gli operai inglesi della politica coloniale? Beh, esattamente la stessa cosa che pensano della politica in generale: la stessa cosa che pensano i borghesi. Non c’è nessun partito operaio qui, ci sono solo conservatori e liberal-radicali, e gli operai mangiano anche loro col ‘monopolio’ inglese del mercato mondiale ‘e delle colonie'”. In breve, non c’è nessun fondamento per l’interpretazione di Mandel secondo cui la posizione mondiale britannica si basa sull’intelligenza tecnologica” [Martin Nicolas, La teoria politica della concorrenza pacifica] [in ‘Imperialismo e classe operaia multinazionale’, a cura di Luciano Ferrari Bravo, 1975]