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“Il metodo hegeliano applicato alla storia ha il suo precursore in Eraclito di Efeso. Nulla dura, tutto diviene, diceva il grande pensatore greco. L’unità risulta dalla conciliazione degli opposti. La notte segue il giorno, la morte la nascita, il sonno la veglia, e non si apprezzano il coraggio senza il pericolo e la salute senza le infermità. Tutto diviene, affermava il filosofo greco, come quando ci bagnamo in un corso d’acqua che è e non è sempre lo stesso in ogni istante. Ma Eraclito era un fatalista. La sua filosofia non teneva conto della libertà nel processo del divenire. Hegel, sfrondando le esperienze del greco, affronta il problema abilmente. “La natura dev’essere considerata come una serie di sviluppi che derivano l’uno dall’altro”, scriveva. Ogni concetto, essendo limitato, porta in sé la sua negazione, ma la negazione dà origine a un nuovo elemento positivo. Si nega solo il contenuto limitato; negazione significa l’entrata in vigore di un nuovo concetto. Su ciò si fonda il sistema delle triadi di Hegel. Ogni concetto proposto viene poi negato formando l’unità delle antinomie, per giungere all’unità superiore che comprende al tempo stesso l’affermazione e la negazione, la tesi e l’antitesi, per riprendere nuovamente lo stesso processo in un corso e ricorso senza fine. (…) Marx ha applicato questo metodo alle società moderne. Ogni società porta con sé il germe della propria distruzione, come ogni altro organismo. (….) La società feudale in Europa segue lo stesso identico processo. Il feudatario con il suo castello, i suoi servi e la sua grande proprietà sono la tesi. Il borghese delle città nascenti, che ha in mano la ricchezza e il commercio, è l’antitesi. La Rivoluzione francese con la sua violenza e le sue distruzioni è la sintesi che corona la società capitalistica. In ogni società le classi e i loro sistemi si evolvono, negandosi a vicenda. Dal contrasto nasce la nuova società, frutto della violenza. La soluzione degli opposti è la rivoluzione” [Víctor Raúl Haya de la Torre, Il problema storico della nostra America] [in Antologia del pensiero politico latino-americano. Dalla Colonia alla seconda guerra mondiale, a cura di Riccardo Campa, 1970]