“Marx distingue con chiarezza tra la creazione delle ‘condizioni’ della vita sociale degli individui e la creazione della loro ‘vita sociale’ a partire da queste condizioni. La seconda fase si svolge in modo cosciente in quanto gli uomini assoggettano al controllo comune le loro stesse relazioni sociali; la prima fase indica invece con precisione la funzione storica del capitalismo. “Nella sua incessante tensione verso la forma generale della ricchezza il capitale spinge il lavoro oltre il limite dei suoi bisogni naturali, e in tal modo crea gli elementi materiali per lo sviluppo di una individualità ricca e dotata di aspirazioni universali nella produzione non meno che nel consumo” (Karl Marx, Lineamenti, 1968, vol I p. 317). Ma in tutta questa fase storica – quella appunto della crescita del capitale e dello sviluppo delle forze produttive (tra le quali sono da includere la creazione di bisogni e capacità universali) – ciò che di decisivo viene prodotto per il futuro dell’umanità, ossia come premessa per un’umanità più libera e più ricca, è tanto poco fruibile da parte degli individui che Marx parla di una specie di opposizione tra l’interesse dell’individuo e l’interesse della specie. Marx si esprime con durezza contro coloro che si limitano a criticare il capitalismo dal punto di vista della felicità individuale che esso distrugge e perdono di vista la sua funzione storica: “che questo sviluppo delle capacità della specie uomo, per quanto esso si compia a spese della maggior parte degli individui umani e di intere classi di uomini, alla fine spezzi tale antagonismo e coincida con lo sviluppo dei singoli individui, che cioè il superiore sviluppo dell’umanità venga conquistato soltanto a prezzo di un processo storico in cui gli individui vengono sacrificati – questo non viene compreso, a prescindere dalla sterilità di tali considerazioni edificanti dal momento che i vantaggi della specie nel regno umano come nel regno animale e vegetale si realizzano sempre a spese dei vantaggi di individui, perché questi vantaggi coincidono con i vantaggi di particolari individui, vantaggi che al tempo stesso costituiscono la forza di questi privilegiati” (Karl Marx, Theorien über den Mehrwert’, in Karl Marx Friedrich Engels, Werke, 1967 vol. XXVI, parte II, p. 111)” [Marzio Vacatello, Crisi e sviluppo del marxismo nell’analisi del secondo Lukacs] [in Storia del marxismo contemporaneo, Annali Feltrinelli 1973] (pag 1183-1184)
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- Articolo pubblicato:10 Luglio 2012