“Il momento in cui la riflessione di Marx e Engels in questa direzione tocca uno dei livelli più alti è il settembre 1879: a questo mese risale una “lettera circolare” che Marx e Engels inviano a Bebel, Liebknecht, Bracke e altri dirigenti della socialdemocrazia. La lettera, in sostanza un documento interno al partito, redatta da Engels e riveduta da Marx, è stata pubblicata per la prima volta nel 1931 in “Die kommunistische Internationale”. Siamo in un tempo in cui nel movimento tedesco, schiacciato dalla repressione di Bismarck e disorientato dal suo potere e dalle sue iniziative di socialismo di stato, si profilano notevoli slittamenti riformistici. Del 1878 sono le leggi eccezionali che impediscono, salvo che nel parlamento, l’attività politica della socialdemocrazia; leggi che il partito, debole, non ha potuto subire. Oltre che a questa situazione generale Marx e Engels si richiamano però anche a un fatto particolare: il caso del gruppo di Zurigo. Qui, intorno a Karl Höchberg, subito dopo le leggi eccezionali, si costituisce un gruppo di intellettuali socialisti che svolge attività pubblicistica. Nella nuova, difficile, situazione del movimento il gruppo – Marx e Engels si riferiscono, oltre che a Höchberg, a Eduard Bernstein e all’economista Karl August Schramm – si orienta verso una concezione del socialismo a fondazione etica e non classistico-proletaria; ciò nel quadro della considerazione che è necessario conquistare al partito, per farlo avanzare, ampi settori della borghesia. Si obliterano i temi dell’autonomia della classe e della rivoluzione socialista. Marx e Engels scrivono: “Il Partito socialdemocratico, secondo la veduta di questi signori, deve essere non un unilaterale partito operaio, ma un onnilaterale partito di tutti gli uomini pervasi da vero amore degli uomini”. (…) Marx e Engels ribadiscono che di rivoluzione, di emancipazione della classe operaia, si tratta; e che ciò può avere luogo non attraverso un movimento politico borghese colto e riformistico, ma solo attraverso l’autoemancipazione della classe. I tre zurighesi costituiscano un partito borghese o piccolo-borghese fuori della socialdemocrazia; nel partito operaio essi rappresentano un “elemento falsante”. “Per quanto ci riguarda, in base a tutto il nostro passato abbiamo davanti una sola via aperta. Da quasi quarant’anni abbiamo sottolineato che la lotta di classe è la più immediata forza motrice della storia e specialmente che la lotta di classe fra borghesia e proletariato è la grande leva del rovesciamento sociale… La emancipazione della classe operaia deve di necessità essere opera della classe operaia. Non possiamo perciò convenire con gente la quale dice espressamente che gli operai sono troppo incolti per emancipare se stessi, e che devono necessariamente essere emancipati dall’alto, mediante grandi borghesi e piccolo-borghesi filantropi”.” [Aldo Zanardo, Riforme e rivoluzione nell’opera di Marx e Engels] [in Guida Quazza  a cura, ‘Riforme e rivoluzione nella storia contemporanea’, 1977]