“Tornato a Treviri, Karl si fidanza segretamente con Jenny. Si confida col padre. Spaventato sia per la giovane età di Marx che per lo scandalo che in una cittadina come quella un simile matrimonio potrebbe provocare, Hirschel-Heinrich Marx si affretta ad allontanare il figlio dalla città. Con aspri rimproveri lo manda a Berlino, “centro di ogni cultura e di ogni verità” (discorso di Hegel letto all’inaugurazione dell’università di Berlino nel 1818). A Berlino, nell’autunno del 1836, Karl Marx, che ha ora diciott’anni, si rende conto che il tempo dell’adolescenza è ormai trascorso. Si dedica come un forsennato agli studi. Legge tutti i libri che gli capitano sottomano: diritto, storia, geografia, poesia, letteratura e, soprattutto, filosofia. E’ ancora convinto che la sua vera vocazione sia, più che la filosofia, la letteratura. Trascorre le notti a scrivere poesie sul suo amore, su Jenny, su se stesso: “Non posso più occuparmi tranquillamente / Di quel che s’impadronisce del mio animo / Non posso più restare in pace / Mi lancio con foga nel lavoro. / Vorrei conquistare tutto / Tutti i favori degli dei / E possedere il sapere / Abbracciare l’arte intera”. Ecco come il ragazzo di diciotto anni già esprime la sua bramosia di sapere, il suo senso della totalità. In quegli anni fecondi Karl Marx riesce a conciliare un lavoro accanito con l’assidua frequentazione delle birrerie, dove incontra gli intellettuali più “avanzati” del suo tempo: quelli della sinistra hegeliana. Non dorme più. (…)” [Henry Lefebvre, Marx. Uomo, pensatore, rivoluzionario, 1970] (pag 9-10)
- Categoria dell'articolo:Nuove Accessioni
- Articolo pubblicato:19 Giugno 2012