“Questo indispensabile esame di coscienza che diede un nuovo sviluppo alla letteratura militare, che trovò in Clausewitz una stella di prima grandezza, non cessò di declinare dopo di lui. Uno dei frutti di questa presa di coscienza fu il libro di Hopfner, da cui Borkheim riprese la parte documentaria nel suo opuscolo. Anche oggi è bene ricordarsi di quel periodo di umiliazioni e di disfatte; di incapacità della monarchia e di stolta doppiezza diplomatica di una Prussia prigioniera della sua stessa falsità, di presunzione degli ufficiali nobili, che trovò conferma nel loro più vile tradimento, e di crollo totale d’un apparato statale fondato sulla menzogna, l’ipocrisia e l’assenza assoluta di qualsiasi legame con il popolo. Il borghesuccio tedesco (categoria di cui si possono ascrivere anche la nobiltà e i principi, in Germania) è oggi, se possibile, ancora più borioso e sciovinista di allora, e la diplomazia è divenuta molto più arrogante, pur conservando la sua doppiezza di un tempo. Gli ufficiali nobili sono diventati ancora più numerosi, per via naturale o artificiale, ritrovando il loro predominio in seno all’esercito. Lo stato è divenuto sempre più estraneo all’interesse delle grandi masse popolari, e si trasforma in un consorzio di agrari, di finanzieri e di grandi industriali al fine di sfruttare il popolo”. [F. Engels, ‘La questione militare e la classe operaia’. (Tit.orig.: La questione militare prussiana e il partito operaio tedesco)]