“Del libro di Flerovski ho letto le prime 150 pagine (sono prese dalla Siberia, Russia settentrionale e dall’Astrakhan). E’ questo il primo scritto in cui sia detta la verità sulle condizioni economiche russe. Quest’uomo è decisamente nemico dell'”ottimismo russo” come lo chiama lui. Non avevo mai avuto opinioni grandiose di quell’eldorado comunistico, ma F[lerovski] supera ogni mia attesa. E’ davvero strano e comunque sintomo di una svolta che una cosa del genere possa essere stampata a Pietroburgo. ‘U nas proletariev malo, no zato massa nascevo rabociavo klassa sostoit iz rabotnikov, kotorykh uciast kluge cem uciast vsiakavo proletaria’ (1) [(1) Da noi ci sono pochi proletari, ma in compenso la massa della nostra classe lavoratrice è costituita da lavoratori la cui sorte è peggiore di quella di qualsiasi proletario]. L’esposizione è del tutto originale, tutt’al più ricorda talvolta Monteil. Si vede che quest’uomo ha girato e osservato dappertutto egli stesso. Un odio ardente contro il ‘landlord’, capitalista e funzionario. Nessuna dottrina socialista, nessun misticismo della terra (benché sia favorevole alla forma della proprietà comunale), nessuna esaltazione nichilista. Qua e là un po’ di chiacchiere vuote e benevole, adatte però al grado di sviluppo della gente cui lo scritto è destinato. Ad ogni modo è il libro più importante che sia uscito dopo il tuo scritto sulla ‘Lage der arbeitenden Klassen’. Anche la vita familiare del contadino russo – con quell’orrendo ammazzare di botte la moglie, l’acquavite e le concubine – è descritta bene. Mi capiterà quindi del tutto a proposito che tu mi mandi ora le bugie fantasiose del cittadino Herzen” [K. Marx a F. Engels, 10 febbraio 1870, Carteggio Marx Engels, Vol. VI, Edizioni Rinascita, Roma, 1953]